COMITATO DEL SANTISSIMO SALVATORE

SS. SALVATORE
SS. SALVATORE

 

(cliccare sulle immagini per ingrandirle)

Interno della chiesetta campestre.
Interno della chiesetta campestre.

ORIGINE DELLE FESTE CAMPESTRI

 

Gran parte delle feste popolari della Sardegna hanno un'origine ed un significato legati al mondo agropastorale che rappresentava l'economia principale di quell'epoca. In quanto  legate alla vita contadina s'ispiravano alle cose del mondo naturale, come proteggere il bestiame, la fecondità delle greggi ed il  buon raccolto agricolo.

 

Le tradizioni risalgono così ai riti arcaici precristiani quando le  popolazioni aspettavano le stagioni collegate ai riti produttivi ed esprimevano preoccupazione per le condizioni del tempo che, a seconda del caso, avrebbe potuto compromettere il buon esito del raccolto. Spesso le feste celebravano il passaggio da un vecchio ciclo temporale all'altro entrante, annuale o stagionale ed esprimevano gratitudine per il buon esito del raccolto. Alle arcaiche tradizioni dei culti precristiani, si fanno risalire molti aspetti delle feste cristiane, alcune sono mantenute fino ai nostri tempi. Is Festas de Sartu di Tortolì (San Gemiliano, San Lussorio, San Salvatore) si rifanno a quei vecchi culti. Queste feste durano più giorni, normalmente quattro, e sono ancora accomunate da antichi riti ed usanze.

 

 Per ognuno di esse un Comitato, retto da un Obriere, un Vice Obriere Segretario ed un Consiglio, cura lo svolgimento, l'organizzazione della festa ed il decoro della chiesa. Un mese prima della festa, "is obbrieris" (i soci del Comitato), girano per le vie del paese per fare la questua "sa cicca", in base ai soldi generosamente offerti dalla popolazione, si organizza la festa. S'inizia il venerdì con la licitazione del Santo, detta "s'imbidu".

 

La gente accorre nel piazzale della Cattedrale di Sant'Andrea, dove con regolari offerte di denaro, che in passato erano offerte di generi di origine agro-pastorale, viene messo all'asta il giogo. Il maggior offerente, in genere una persona che vuole esprimere riconoscenza per una grazia ricevuta "s'imbiradori" riceve il giogo dei buoi che sfileranno in processione trainando il cocchio del Santo. La differenza con San Lussorio e San Gemiliano e che per San Salvatore si svolgono due pubbliche licitazioni; la prima con la quale si mette all'asta il giogo per il carro e la seconda, per mettere all'asta la statuetta più piccola e più vecchia del Santino, "Santu Sarbadoreddu".

 

Gli aggiudicatari dell'asta, con il giogo sulle spalle ed il Santino sotto braccio, accompagnati dai soci del Comitato, da parenti ed amici, al suono della fisarmonica, offrono un "invito" a casa propria. Una parte del ricavato delle licitazioni verrà donato alla Parrocchia e la restante verrà impiegata per la festa. Il sabato pomeriggio, nel piazzale della Cattedrale, il simulacro del Santo viene messo dentro una teca esagonale a vetri, "su cocciu" , a sua volta legato al carro con delle funi. Il giogo ed il carro dei buoi vengono addobbati con dei fiori, " is bois mudaus". La processione parte alla volta della chiesetta: il Comitato davanti al carro con l'obriere maggiore in testa con la bandiera, a seguire "is obbrieris" in fila per due. Al suono delle launeddas ed al canto del rosari, con i fedeli dietro il carro, la processione arriva alla chiesetta dove viene celebrata la Santa Messa.

 

La serata si conclude con canti e balli nella piazza antistante la loggia. La domenica mattina, prima della S. Messa, il simulacro viene portato a spalla da quattro soci in processione nelle stradine attorno alla chiesetta ed all'ingresso in chiesa viene salutato dal fragore dei petardi. Al termine della S. Messa viene servito un rinfresco ai fedeli. Il pomeriggio si balla nel piazzale al suono della fisarmonica. La sera la processione riparte accompagnata dallo scoppio dei "cuettus". Arrivati all'incrocio con la strada che porta a Tortolì, i fedeli depongono un mazzo di fiori alla Madonnina, si compongono i gruppi folk convenuti, la banda musicale ed il suonatore di launeddas.

 

L'ingresso al paese è suggestivo, si accendono le fiaccole ed il cocchio illuminato, tra due ali di folla, passando per la via principale si arriva poi in Cattedrale, dove viene impartita la benedizione con le reliquie della Croce di Gesù. La serata si conclude con l'esibizione del grupo musicale presso Piazza Rinascita. Il lunedì mattina si svolge la processione per le vie del paese, alla quale fa seguito la S. Messa in Cattedrale. Il Comitato di seguito si riunisce per il tradizionale pranzo al quale vengono invitate le autorità cittadine. Il pomeriggio vengono indette le elezioni per il rinnovo del direttivo; le votazioni si svolgono tramite biglietti e l'obriere maggiore, neo eletto, invita i soci con le rispettive famiglie alla festa che si terrà il martedì pomeriggio nella loggia. La serata del lunedì si conclude in Piazza Rinascita con i balli al suono della fisarmonica.

 

Il martedì sera, l'obriere maggiore entrante con al seguito il Comitato, al suono della fisarmonica, si reca a casa del vecchio obriere dove gli viene consegnata la bandiera e dove vengono dati gli auguri. La serata si conclude con la cena offerta dal nuovo obriere agli invitati, nella loggia adiacente la chiesetta, dove tra allegria e balli, a tarda notte, si conclude la festa.

 

Tra ottobre e la fine di novembre viene fatta la tradizionale favata con coloro che hanno contribuito in misura diversa alla riuscita della festa.

 

I primi di novembre si tiene la S Messa di commemorazione dei soci defunti del Comitato.

 

                                                         Antonio FANNI

 

La chiesetta campestre di S. Salvatore, sorge isolata ai piedi del monte Genna Graita, in una bella posizione panoramica leggermente isolata dalla quale si può ammirare Capo Bellavista, e la Torre di San Gemiliano fino alle sponde del Lido di Orrì. Si ritiene che la presenza in questo luogo di una Chiesa dedicata al S.S. Salvatore possa risalire al periodo bizantino, ad un epoca precedente lo scisma, potrebbe addirittura risalire ai primi tempi di diffusione del Cristianesimo nell'Isola.

 

La stessa intitolazione di questo tempio a S. Salvatore, dove l'attributo di Santo è improprio, fa pensare che possa trattarsi di una chiesa molto antica appartenente ad un epoca primitiva in cui i cristiani, piuttosto che ai Santi, dedicavano gli edifici di culto al Salvatore al quale si erano convertiti. In genere le chiese che, come questa sorgono in prossimità dei nuraghi, sono tra le più antiche, in quanto avrebbero un culto precristiano: spesso si intitolavano ai santi del Menologio. In ogni caso, il fatto che questa chiesa sorga in una zona frequentata nelle epoche prenuragica e nuragica, nella quale la presenza di "perdas fittas" e "domus de janas" indica la presenza di un luogo di culto degli antichi abitatori, confermerebbe che ci troviamo di fronte ad un tipico esempio di continuità del culto nello stesso luogo trasformatosi da sede del culto pagano a quello cristiano.

 

A proposito delle origini primitive delle chiese sarde è stata fatta l'ipotesi che queste siano sorte in mezzo alla popolazione di un villaggio nuragico, come potrebbe essersi verificato nella zona di S. Salvatore. Attorno alla chiesetta e nei dintorni la ricca presenza di reperti archeologici quali le pietre fitte ed il tempietto esistente sul lato ovest della chiesetta, ci rinvia ad un culto pagano finalizzato ai riti della fertilità, mediante la quale si risaltava il fenomeno del risveglio primaverile della natura, come elemento immancabile e vitale in una società basata principalmente sulle proprie risorse agropastorali. Non è da escludere che la nuova chiesetta possa essere sorta sui ruderi preesistenti utilizzando in parte il materiale litico trovato in loco.

 

L'attuale costruzione non ha più di un secolo. La vecchia costruzione già esistente, che aveva già subito dei rifacimenti, venne abbattuta sul finire del secolo scorso. La nuova costruzione  ha mantenuto l'impronta tradizionale che richiama lo stile gotico/aragonese. La nuova chiesa fu innaugurata nel 1901 con una grande festa in corrispondenza della ricorrenza. La chiesa di S. Salvatore, come altre chiese campestri, si presenta all'esterno tinteggiata di bianco, ha un tetto a capanna coperto di coppi ed un campaniletto a vela e delle camapate munite di robusti contrafforti. Verso il lato est, ha un portico che in passato veniva utilizzato per le riunioni del comitato organizzatore o per proteggere i pellegrini ed i mercanti durante lo svolgimento delle feste. Questi portici, in genere, vengono chiamati  "cumbessias" o "muristenes".

 

All'interno si presenta modesta nell'aspetto e nelle proporzioni; è costituita da una semplice navata, coperta con una struttura a due spioventi. L'antico solaio del tetto, sorretto da archi in muratura massiccia ed irregolare, presenta in vista una struttura in legno di ginepro a falde ed incannicciatura sulla quale poggia un letto di calce e successivamente le tegole laterizie. 

L'area attorno alla chiesa è ricca di presenze archeologiche e manufatti di varie epoche. Di epoca prenuragica a nord, dietro la collinetta una "domus de janas" semidistrutta, una cavità con all'interno tracce di un altare sul lato sinistro ed evidenti segni di lavorazioni sulle pareti. Sul declivio sinistro, sotto la cavità, sono presenti dei gradini nascosti dalla vegetazione e realizzati sul granito. A ovest, a circa due metri dal muro, si notano i resti di un tempio che riportano ai riti dell'antico culto nuragico, legati alla fertilità. Sempre ad ovest, a ridosso della linea elettrica, si notano dei resti di costruzioni di epoca romana.

 

Di fronte alla chiesetta, lato nord e lato est, sono presenti resti di capanne, a forma circolare, del periodo nuragico. Dei menhir e delle pietre a coppelle giacciono in terra a nord/est della chiesetta, a ricordo del passato. A sud/est sono presenti i resti di una tomba dei giganti e le lastre di chiusura. Nei pressi della struttura si sono avuti ritrovamenti di macine, pestelli, frecce di ossidiana, monete di epoca romana, bizantina e sabauda.

Chiesetta di SS.Salvatore
Chiesetta di SS.Salvatore