PARROCCHIA
SANT’ANDREA APOSTOLO
TORTOLI’
ORARI SANTA MESSA
FESTIVI: 07.30 -- 10.00 -- 18.00
FERIALI: 18.00
DOMENICA 21 APRILE 2024
CRISTO BUON PASTORE
È risorto
il Buon Pastore
che ha dato la vita per le sue pecore,
e per il suo gregge
è andato
incontro alla morte.
Alleluia!!
Ogni anno, nella quarta domenica di
Pasqua, il capitolo 10 del Vangelo di Giovanni ci invita a guardare a Gesù, pastore buono. Il motivo
lo si capisce subito ascoltando il brano evangelico dove appunto Gesù dice: «Io sono il buon pastore».
Per capire l'importanza che ha nella Bibbia il tema del pastore, bisogna rifarsi alla storia. Israele fu, all'inizio, un popolo di pastori nomadi. In questa società, il rapporto tra pastore e gregge non è solo di tipo economico, basato sull'interesse. Si sviluppa un rapporto quasi personale tra il pastore e il gregge. Giornate e giornate passate insieme in luoghi solitari a osservarsi. Il pastore finisce per conoscere tutto di ogni pecora; la pecora riconosce e distingue tra tutte la voce del pastore che spesso parla con le pecore. Un'immagine equivalente, ma vicina a noi, potrebbe essere quella di una mamma che al parco, mentre è seduta a leggere o a guardare il cellulare, vigila attentamente con la coda dell'occhio sul suo bambino che gioca e corre, pronta a scattare a ogni segnale di pericolo. Questo spiega come mai Gesù si è servito di questo simbolo per esprimere il suo rapporto con l'umanità.
Ebbene, appartenere al gregge di Gesù significa non cadere nella massificazione. Significa non giudicare gli altri dalle apparenze; non lasciarsi condizionare dal giudizio altrui. Il Vangelo ovviamente non ci promette di cambiare l'attuale società «di massa»; non è il suo compito e neppure ha bisogno di farlo. Lo scopo del Vangelo è quello di lasciarsi ispirare dalla parola di Cristo che non è «così fan tutti» ma «così è bene fare».
Don Piero
PREGHIAMO
Per quanti il Signore
chiama a una speciale vocazione:
corrispondano al dono dello Spirito con una vita di servizio
amorevole al suo popolo.
Amen!
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SI AL DIALOGO SI ALLA PACE !
«Basta con la guerra, basta con gli attacchi, basta con la violenza! Sì al dialogo e sì alla pace!». È il nuovo «accorato appello» lanciato ieri da Papa Francesco .Il nuovo grido di pace del Pontefice è arrivato dopo l’attacco sferrato da Teheran allo stato ebraico nella notte di sabato. «Seguo nella preghiera e con preoccupazione, anche dolore, - sono le sue parole - le notizie giunte nelle ultime ore sull’aggravamento della situazione in Israele a causa dell’intervento da parte dell’Iran. Faccio un accorato appello affinché si fermi ogni azione che possa alimentare una spirale di violenza col rischio di trascinare il Medio oriente in un conflitto bellico ancora più grande». «Nessuno deve minacciare l’esistenza altrui – ha aggiunto il Successore di Pietro -. Tutte le nazioni si schierino invece da parte della pace, e aiutino gli israeliani e i palestinesi a vivere in due Stati, fianco a fianco, in sicurezza. L’auspicio di Papa Francesco è che «si giunga presto ad un cessate il fuoco a Gaza e si percorrano le vie del negoziato, con determinazione». Che «si aiuti quella popolazione, precipitata in una catastrofe umanitaria», e che «si liberino subito gli ostaggi rapiti mesi fa!. Quanta sofferenza! Preghiamo per la pace – -. Basta con la guerra, basta con gli attacchi, basta con la violenza! Sì al dialogo e sì alla pace!».
a cura di Marco Ladu
IL CORAGGIO DI METTERSI IN GIOCO
Per tutto questo dico, ancora una volta, come durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona: “Rise up! – Alzatevi!”. Svegliamoci dal sonno, usciamo dall’indifferenza, apriamo le sbarre della prigione in cui a volte ci siamo rinchiusi, perché ciascuno di noi possa scoprire la propria vocazione nella Chiesa e nel mondo e diventare pellegrino di speranza e artefice di pace! Appassioniamoci alla vita e impegniamoci nella cura amorevole di coloro che ci stanno accanto e dell’ambiente che abitiamo.
Ve lo ripeto: abbiate il coraggio di mettervi in gioco! Don Oreste Benzi, un infaticabile apostolo della carità, sempre dalla parte degli ultimi e degli indifesi, ripeteva che nessuno è così povero da non aver qualcosa da dare, e nessuno è così ricco da non aver bisogno di ricevere qualcosa. Alziamoci, dunque, e mettiamoci in cammino come pellegrini di speranza, perché, come Maria fece con Santa Elisabetta, anche noi possiamo portare annunci di gioia, generare vita nuova ed essere artigiani di fraternità e di pace.
“Pregate il Padrone
della Messe,
perché mandi operai
nella sua Messe”
La Santa Sede
Diocesi di Lanusei
Comune di Tortolì
Nota di Redazione
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